top of page

Nelle tue impronte mi perdo

  • Immagine del redattore: Luca Bartolacelli
    Luca Bartolacelli
  • 29 set 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 15 ott 2024

Si può essere percipiti come eroi senza mai aver vinto una guerra mondiale?

Senza aver scoperto la cura per il cancro, senza aver trovato l'origine dei buchi neri o il Santo Graal?

Perché in questa tua eclatante vita normale di sacrificio, dolore e fatica io ti vedo così grande e inarrivabile?


Ricordo di essere stato una volta sul tuo posto di lavoro.

Ti occupavi di vino e spumanti.

Ti chiamavano "Mister Champenoise" per la tua maestria a creare quelle bolle nei vini bianchi più pregiati.

Bolle che espoldevano nelle case della gente, esaltando momenti indimenticabili, matrimoni, unioni, anniversari.

Bolle che salivano su soffitti in festa e dentro gole urlanti di gente euforica a capodanno.

Bolle che salutavano nuove vite in sale d'aspetto gremite e commosse.

Ma tu in mezzo a tutta quella vita frizzante, eri veramente felice?

Guardavo con timore le enormi montagne di vetro accatastato in quelle lunghe stanze buie e fredde. Le cisterne di acciaio che nascondevano il nettare addormentato del tuo lavoro.

Mi sembravi invicibile, mentre sfrecciavi con sicurezza a cavallo del muletto tra quelle colonne instabili.

Creavi emozioni liquide che avrebbero scaldato il cuore e lo stomaco di estranei.


Ricordo peró anche le serate in cui ti addormentavi vestito e distrutto. Le volte in cui ti ho visto piangere. I turni di 14 ore durante le maledette vendemmie che chiudevano estati per me invece di vacanza e riposo pagate col tuo sudore.


Non mi é mai mancato niente.


Guardo ora le mie mani e mi accorgo ogni giorno che assomigliano un po' di più alle tue. Stessa forma, stessa presa, stessa linea del destino.

Ho voluto fare altro nella vita. Una scuola diversa, un lavoro diverso, uno sport diverso. Era troppo perfetto ai miei occhi il tuo percorso per essere imitato, copiato, migliorato.

Ho cercato invece di avere il tuo cuore, pulito ed equilibrato, ammaccato e stanco anche, ma sempre sbilanciato dal lato giusto delle cose.


Ti vedo ora un pochino più curvo e dolorante sul divano, mentre entro in sala a salutarti, ogni volta preoccupato per te e i tuoi baffi imbiancati. Mi corri incontro invece sempre veloce e pieno di domande, mai sazio di sapere di me e il mio mondo.


Sai...


Sto invecchiando bene tutto sommato.

Come un buon vino.

Hai fatto un buon lavoro.

Ancora una volta.


L. B.

 
 
 

コメント


Post: Blog2_Post

©2020 di IL FIUME CHE HO IN TESTA. Creato con Wix.com

bottom of page