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Amo il tennis

  • Immagine del redattore: Luca Bartolacelli
    Luca Bartolacelli
  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 6 giorni fa

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Amo il tennis.

Per due motivi.

Entrambi hanno a che fare col controllo.


Il primo è la sensazione di possederlo. Stringere tra le mani le briglie del destino. Scrivere la prossima battuta, spostare e fermare le lancette del tempo, disegnare a memoria la mappa del presente.

Mirare un angolo piccolissimo a piú di venti metri, colpendo una palla di gomma e pelo che viaggia oltre cento chilometri orari, con uno strumento fatto di carbonio e corde tese. Scivolando su una superfice instabile e decidendo tutto con l'istinto di un attimo. E fare centro.

Arciere moderno in battaglie di frazioni di secondo.

Questa sensazione di dominio ci fa sentire onnipotenti. Unici artefici. Per un piccolissimo tempo, dentro quelle righe bianche siamo padroni di noi stessi, della nostra vita.


Mentre fuori, ogni cosa ci sfugge dalle mani senza regole. Amore, dolore ed emozioni rimbalzano seguendo leggi sconosciute. E questa incontrollabilità, a noi umani, spaventa. È un mare che non si governa. È un vento che non si misura.

L'illusione di vivere dentro un mondo dove posso avere il dominio, mi rilassa. Rallenta battito e respiro. Fa godere di ogni cosa senza la paura che tutto possa finire per mano di qualcuno o qualcosa.



Il secondo è quando tutto questo non funziona. Arrivo tardi sulla palla, il mio avversario è piú forte, prendo la decisione sbagliata. Appoggi instabili, mente distratta. E in un attimo tutto crolla. La palla esce lunga di un metro, il nastro ferma la sua corsa a mezz'aria e muore per terra.

E cosa succede? Perdo il punto.

Ma se nella vita gli errori e le decisioni sbagliate ci condizionano per sempre, dentro questo campo perdo un solo maledetto punto. E dopo qualche secondo posso riprovarci. Ogni volta che voglio. Sbagliando di nuovo magari, ma piú consapevole. Rigenerato. Cresciuto.

Un nuovo inizio.



Amo il tennis.

Per due motivi.

Uno, è una dolcissima bugia.

Due, si ripete all'infinito.


L. B.

 
 
 

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